Hai a cuore che i tuoi figli non finisca in brutte compagnie?
Se hanno tra i 14 ed i 19 anni ed hanno la passione per il calcio
E per ogni partita arbitrata riceveranno anche un compenso economico
Caro genitore,
Quante volte ci si è chiesti: “ Che compagnie frequentano? Che esempi seguono? Si faranno trasportare a fare qualcosa di male dagli altri?”.
In questo quadro a tinte fosche dove nessun genitore è davvero più sicuro di nulla, trovare un’offerta ludica per i giovani che sia anche educativa è senza dubbio la sfida più importante per chi ha a cuore i propri figli.
Ecco perché vivere l’esperienza di Arbitro di Calcio per un adolescente diventa davvero l’occasione di praticare uno sport che sia anche al contempo educativo. Ma soprattutto formativo per il carattere e la caparbietà nel superare gli ostacoli della vita.
I ragazzi e le ragazze che escono dai nostri Corsi Arbitri sono, a tal proposito, il prototipo ideale del figlio virtuoso
Sono l’esempio positivo da cui altri giovani possono trarre ispirazione.
Questo perché per essere bravi Arbitri in campo bisogna essere bravi Arbitri fuori. Ed il percorso per raggiungere questo fondamentale traguardo è impegnativo.
Basti pensare che durante le gare che sono chiamati a dirigere, i nostri ragazzi e le nostre ragazze si cimentano con la necessità di decidere in pochi secondi, sperimentano la gestione di più di quaranta persone in un ambiente non sempre agevole e devono risolvere situazioni complicate. E questo fin dai 14 anni di età.
L’arbitraggio propone ai ragazzi sollecitazioni che conferiscono loro capacità che i coetanei (e molti adulti) fanno molta fatica ad avere e che diventano un bagaglio straordinario per sé e per il loro futuro.
Inoltre devono imparare ad essere giusti, imparziali. Sia in campo sia quando devono poi fare il “Referto di Gara”, dove riportano tutti gli episodi che sono accaduti.
Infine per essere arbitri sono necessari comportamenti sani e virtuosi anche nella vita privata, stabiliti a pena di procedimento disciplinare dai nostri regolamenti associativi e dal Codice Etico.
Arbitrare è una vera palestra di vita che crea ragazzi migliori
Il percorso educativo è costruito passo passo da noi dirigenti più esperti che giorno dopo giorno trasferiamo tutta la nostra conoscenza, spiegando trucchi e sistemi per decidere al meglio o superare i momenti difficili.
Inoltre, e non di rado, mettiamo i nostri arbitri a contatto con i colleghi più famosi, com’è successo la primavera scorsa quando l’Arbitro Internazionale Daniele Chiffi è venuto ad allenarsi presso il nostro polo atletico in mezzo ai nostri ragazzi.
Un’opportunità speciale quella di stare al fianco ad un arbitro di grande livello, per vedere da vicino e prendere esempio da chi ha già ottenuto il successo.
In quale altro sport un campione famoso “scende” ai livelli di base per allenarsi e mischiarsi con i più giovani?
L’Arbitro di calcio non è solo un atleta che corre e si allena, ma per far rispettare le Regole deve prima rispettare molte regole in campo e fuori.
Un giovane che diventa Arbitro viene istruito alla responsabilità, al rispetto e alla giustizia. E’ lo sport ideale per un ragazzo o una ragazza “in formazione”.
Non solo, ma un giovane arbitro matura più in fretta, ha una personalità più forte dei suoi coetanei e maggiore autostima.
L'Arbitro Internazionale Daniele Chiffi in posa con i ragazzi della sezione di Este.
Questa è la magia del nostro ambiente, dove ciò è normale e non un’eccezione buona per qualche foto.
I primi a rendersi conto dei grandi benefici nel diventare Arbitro sono i genitori dei nostri ragazzi, che dopo poco tempo si accorgono della maturazione dei loro figli che ritrovano più rispettosi, più precisi nell’adempimento dei loro impegni, compreso lo studio, più responsabili.
Sono tante le mamme ed i papà che vedono il proprio figlio o la propria figlia trasformati in meglio: i ragazzi sono solitamente più ordinati, non rispondono più indietro ai genitori, sono più posati. Le ragazze sono più sicure di sé e spigliate.
Arbitrare toglie ogni timidezza che è un grosso ostacolo nelle relazioni nella vita di tutti i giorni
Arbitrare crea giovani che sono leader naturali
La nostra formazione non si limita al solo Corso sulle Regole del calcio. Arbitrare è una cosa molto più complessa.
Lavoriamo solitamente su tre grandi aree: la parte atletica, la tecnica di arbitraggio e la formazione mentale e caratteriale.
Senza lo sviluppo di tutte e tre queste aree avremmo un arbitro incompleto.
Ecco perché la parte atletica è affidata ad un preparatore, la parte di tecnica arbitrale è affidata ai dirigenti dell’associazione che vantano lunga esperienza.
La parte mentale e caratteriale è affidata ad un “Mental Coach".
I primi a rendersi conto dei grandi benefici nel diventare Arbitro sono i genitori dei nostri ragazzi, che dopo poco tempo si accorgono della maturazione dei loro figli.
Entrando a far parte degli Arbitri di Calcio i tuoi figli saranno seguiti in modo altamente professionale.
Elisa Pizzardo mamma di Mattia Dalla Bona (16 anni)
Quando Mattia mi ha detto che voleva fare l'arbitro ho pensato che sarebbe stato una cosa positiva per lui. Ho notato i primi cambiamenti quando nelle proprie decisioni è diventato più maturo e responsabile. L'AIA è un bellissimo ambiente e consiglierei anche ad altri genitori di mandare i propri figli a fare l'Arbitro perché è un gruppo sano con grandi valori morali.
Eleonora Barausse mamma di Jacopo Rocchetto (18 anni)
Quando Jacopo mi ha detto che voleva fare l'arbitro ho assecondato la sua scelta, ho ritenuto che fosse nelle sue corde. Da quando fa l'Arbitro è meno impulsivo, pondera maggiormente le sue scelte e controlla meglio le sue reazioni. L'Associazione Italiana Arbitri è un ambiente sano e sono felice che mio figlio ne faccia parte. Sia per quanto riguarda la preparazione atletica, sia per la sua crescita personale e umana. Consiglierei ad ogni genitore ad assecondare i loro figli se mostrassero loro il desiderio di arbitrare. È sicuramente un modo che li aiuterà a maturare e a responsabilizzarli . Oltre a far sì che diventino maggiormente più riflessivi e al contempo determinati e sicuri nelle loro scelte.
Renzo Belluco papà di Giordano Belluco (17 anni)
Sono un ex Arbitro AIA e ho "imposto" a mio figlio di provare ad arbitrare come palestra di vita. Quando ha fatto la prima gara ho sperato fosse l' inizio di una lunga meravigliosa storia. Intanto da quando è arbitro ho notato subito i primi cambiamenti: ora quando si rapporta con le persone comincia a guardarle negli occhi ed ha più autostima. Ha trovato un ambiente collegiale con la giusta severità e dalle giuste attese. Consiglierei anche agli altri genitori di mandare i loro figli a fare l'Arbitro perché i ragazzi di oggi sono completamente distratti dall'effimero per cui hanno bisogno di non seguire la massa ma di essere reimpostati in una palestra di vita che ti insegna a difenderti a 360 gradi usando autostima, autorevolezza, riscoprendo senso civico e soprattutto valori quasi persi.
Elena Centin mamma di Margherita Guariento (16 anni)
Quando mi ha detto che voleva fare l'arbitro l’ho appoggiata al 100%. La vedevo portata per questa attività. Durante la prima partita è stata coraggiosa e brava. Siamo andati tutti ad accompagnarla perché crediamo in lei (io, mio marito, sua sorella e la sua migliore amica). Da quando ha iniziato è più sicura, organizzata e matura. Essere arbitro arricchisce a 360 gradi. L’AIA di Este mi piace molto e la trovo bene organizzata. Per mia figlia è diventato una “seconda famiglia”. Consiglierei a tutti i genitori di mandare qui i figli perché non è solo uno sport, ma un modello di vita e di crescita professionale e personale. Altra cosa importante, è che nell’AIA si da importanza anche allo studio/scuola, cosa che molte attività agonistiche purtroppo mettono in secondo piano.
Antonio Duse papà di Samuele Duse (19 anni)
Quando Samuele mi ha detto che voleva fare il Corso, con il carattere che ha pensato che ce l'avrebbe fatta. Unica cosa, che ne abbiamo anche parlato, se era veramente convinto di lasciare il calcio praticato perché un ispettore del Cittadella gli aveva fatto una proposta molto importante. Alla sua prima gara ero più agitato io che lui, sembrava un veterano!! Da quando è arbitro ho notato che è cambiata la determinazione e la convinzione dell'impegno sportivo che si è preso. Se prima per lui il calcio praticato era uno sport/divertimento ora è un impegno professionale che non inizia e termina nelle 2 ore di partita ma coinvolge tutta la settimana con gli allenamenti e studio/ripasso delle regole di arbitraggio. Da Atleta agonista posso dire che l'ambiente degli Arbitri è di altissimo livello. Ad un genitore, prima di dare un consiglio, guarderei il ragazzo/ragazza se ha doti da atleta cioè predisposto alla corsa e resistenza e poi darei il consiglio di fare l'arbitro perché forma il carattere, il rispetto delle regole e ti fa crescere in tutto.
Ornella Perosa mamma di Matteo Venturini (20 anni)
Quando Matteo ha deciso di fare l'arbitro ho appoggiato pienamente la sua scelta perché` stava attraversando un periodo non facile in ambito sportivo e ho sempre pensato e creduto che questa decisione gli avrebbe dato la possibilità di ritornare ad essere felice e riacquistare autostima. Ricordo bene la sua prima gara. Tutti eravamo emozionati, contenti ed orgogliosi di Matteo che a soli 15 anni stava per disputare la sua prima gara. Sembrerà strano, ma quella mattina, dopo tanto, l'ho visto sereno nonostante la responsabilità e l'impegno che doveva affrontare. In questi ultimi tre anni Matteo è diventato una persona più matura e responsabile, nella vita di tutti i giorni, ma anche a scuola. Si tratta di un ambiente che consiglio: l'ambiente AIA lo considero un ottimo ambiente. Il presidente, gli istruttori, gli osservatori sono persone speciali che stanno supportando e preparando al meglio mio figlio partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. Fondamentali sono anche le riunioni alle quali Matteo partecipa sempre perché oltre a essere un momento di incontro tra arbitri e anche un momento di crescita e di condivisione delle proprie esperienze e anche dei propri errori. Consiglio vivamente un genitore di mandare un figlio a fare l'arbitro perché quando si diventa arbitro non lo diventi solo in campo ma nella vita di tutti i giorni!!!
Ramona Spasenie mamma di Filippo Bernabei (16 anni)
All’inizio ho pensato che non avrebbe potuto affrontare questo nuovo mondo, ma dopo un po’ ho capito che con la spinta dei suoi colleghi è riuscito a superare qualsiasi ostacolo. Quando ha fatto la prima gara ero emozionantissima ma allo stesso tempo pensavo che avrebbe dato troppo peso a quello che avrebbe detto il pubblico, ma mi sono sbagliata siccome il pubblico non è stato tanto vivace e mio figlio è riuscito a gestire bene la situazione. Da quando è arbitro è migliorata sicuramente la forza di volontà, difatti ora mio figlio affronta le cose con più volontà di fare, ma soprattutto è migliorato il modo di comportarsi perché ha imparato a farsi scivolare addosso molte cose che prima lo facevano stare male.
Fabio Bertagnon papà di Angelica Bertagnon (18 anni)
Quando mi ha detto che avrebbe fatto l'arbitro ho pensato "spero le piaccia!". L'importante comunque è che si diverta. Da quando fa l'arbitro Angelica è migliorata nel carattere, è più sicura di sé ed è migliorata anche a scuola. L'AIA è un ottimo gruppo infatti lo consiglierei ad ogni genitore per i figli perché insegnano anche i valori e le regole di comportamento e poi perché è una famiglia coesa.
Un altro aspetto importante dell’attività arbitrale è il ruolo delle ragazze nel contesto delle pari opportunità.
In un ambiente che di consueto ha sempre visto una predominanza maschile, le donne si stanno facendo strada in modo energico.
Non fa più notizia la promozione in Serie A della prima donna arbitro Maria Sole Ferrieri Caputi, un esempio anche per le ragazze della nostra sezione che stanno crescendo in numero e qualità.
Una ragazza arbitro si allena, studia il regolamento, sta in campo con i colleghi maschi ed arbitra le stesse gare degli uomini.
Un vero esempio di parità, naturalmente insito nel ruolo arbitrale e che conferisce alle ragazze maggiore consapevolezza di sé, maggiore autostima e qualità caratteriale.
Arbitrare quindi è un’esperienza di vita unica, alimentata dalla voglia di divertirsi, dall’ambiente sano ed inclusivo e, ovviamente, dal sogno di poter arrivare in Seria A, traguardo che non è precluso a nessuno.
Andrea Masiero - 25 anni - Arbitra in Prima Categoria
La passione per il calcio mi ha spinto ad iscrivermi al Corso Arbitri. Ho appreso la capacità di decidere sotto pressione in poco tempo, a gestire molteplici persone sul terreno di gioco e l’importanza della puntualità e della gestione della tensione. Inoltre che non è importante assumere una decisione corretta, ma decidere (anche sbagliando)! Perché si impara dagli errori. L'ambiente è positivo e non esistono, come si potrebbe pensare, solo regole ma anche divertimento. Io consiglio di fare l'arbitro perché sviluppi delle soft-skills utili anche al di fuori dell’ambito arbitrale (scuola, lavoro etc.).
Giulia Martin - 19 anni - Arbitra negli Juniores
Giovanni Maistrello - 21 anni - Arbitro in Juniores
Ero incuriosito dall'attività arbitrale e mi sono iscritto al corso. Rispetto alle mie aspettative devo dire che arbitrare è più difficile e impegnativo, però oggi mi ha dato maggiore autorevolezza. Ho trovato un bell’ambiente, un'ottima sezione con molta unione anche durante gli allenamenti. Consiglierei a tutti di fare l'arbitro perché ti aiuta a gestire molte situazioni e ti dà maggiore autorevolezza.
Beatrice Contadin - 21 anni - Arbitra nel settore giovanile
Più passa il tempo e più essere arbitro riempie di gioia la mia vita. è stata una scelta giusta, che mi ha permesso di crescere fisicamente e mentalmente. appartenere a questo gruppo mi dà la possibilità di confrontarmi con ragazzi e ragazze che hanno la mia stessa passione
Francesco Gattolin - 25 anni - Assistente in Promozione
Mi sono iscritto al Corso Arbitri perché nella mia ex squadra di calcio ero sempre riserva e non giocavo mai. Volevo continuare con il calcio e ho scoperto nel mio liceo il corso arbitri per diventare arbitro di calcio. Arbitrare è stato più difficile di quel che immaginavo ma in campo, rispetto a quello che pensavo prima di esser arbitro, si è fondamentali sempre. Il senso di responsabilità e di organizzazione sono cambiati. Prima era tutto più "leggero". Ora voglio avere tutto sotto controllo per sentirmi bene e per far vedere al "mio Francesco" che mi osserva, che sono io padrone delle mie scelte durante tutta la partita. La sezione è una seconda casa che è sempre aperta a chi ha bisogno e gli allenamenti sono fondamentali per la domenica ma anche per alleggerirsi dal peso della giornata lavorativa/di studio. Al polo si hanno amici che sudano con te e si divertono con te sempre. L'impegno è la chiave anche del divertimento e del sorriso. Lo consiglierei? Certo. L'arbitro è una figura che dall'esterno viene vista come marginale o meno importante ma nel background c'è una preparazione da professionisti . Questa non è solo un'attività ma è LA attività che porta ragazze e ragazzi a organizzare tutto e a farsi sentire di fronte ad almeno 50 persone. Diventano i leader della loro vita e non riserve. Solo i supereroi hanno questo potere oltre all'arbitro.
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Erik Celnikasi - 23 anni - Arbitra in Promozione
Mi sono iscritto perché alcuni amici erano arbitri AIA in altre sezioni e mi attraeva quando ne parlavano. Arbitrare è stato più emozionante di quello che mi aspettassi. Molte cose sono cambiate grazie all'arbitraggio: il modo di approcciarmi come persona, più sicuro di me e meno pauroso del pensiero altrui. Inoltre ha rafforzato il mio rapporto con la responsabilità e il rispetto verso L’autorità. L'Associazione è un ambiente genuino in cui persone sono desiderose del tuo successo e di trasmettere quello che sanno per velocizzare la tua crescita. Sicuramente, è una scuola di vita che ti permette di ritrovarti in situazioni di gestione e di responsabilità uniche. Quale altra attività all’età di 16/17 ti mette nella posizione di essere “leader” di 22 persone in campo (non considerando anche le persone in panchina) e di prendere decisioni costantemente, con la pressione di persone che spesso remano contro di te? Di certo l’attività arbitrale non è una passeggiata, ma se si trova la forza di andare avanti e mettere sotto la paura e le grosse difficoltà iniziali, ti rende uomo molto più in fretta. Nel giro di non troppo tempo ti ritrovi ad essere una persona completamente rivoluzionata sotto l’aspetto umano e personale, e senza falsa modestia, con esperienze e una forza interiore che i tuoi coetanei non hanno e non possono avere.
Aymanne Hatta - 21 anni - Arbitra in Seconda Categoria
Ho scelto di iscrivermi al corso per curiosità. Sono sempre stato appassionato dal mondo del calcio e ho giocato a calcio per molti anni, ma molte volte ero incuriosito da chi vedeva il calcio dall’altro lato. Avendo avuto un amico arbitro gli facevo sempre molte domande e dalle sue risposte mi appassionavo sempre di più. All’inizio arbitrare mi sembrava una cosa semplice e banale, ma è risultata un’attività molto difficile e molto emozionante. Non immaginavo una responsabilità così importante e non immaginavo di crescere in questa maniera sia in campo che al di fuori. Da quando sono arbitro sono molto più responsabile e più disciplinato, riesco a prendere decisioni senza aver timore di sbagliare, sono più deciso. Prima di essere arbitro avevo sempre paura di prendere posizione e mi adeguavo a quello che decidevano gli altri. Essere arbitro non vuol dire solo alzarsi la domenica e andare ad arbitrare una partita di 90 minuti. Anzi, attorno al mondo arbitrale si crea un mondo pieno di attività. Una tra le quali è il polo di allenamento, dove ti ritrovi con tutti gli arbitri della tua sezione e si creano amicizie forti, ci si allena, si chiede consigli a chi è più esperto di te ed è da tutto questo che si cresce. Oltre al polo di allenamento ci troviamo due volte al mese per le riunioni tecniche dove si impara sempre di più. Analizziamo le nostre partite e cresciamo dai nostri stessi errori. Si crea un gruppo sempre più unito, come una famiglia, infatti molte volte andiamo a vederci a vicenda o ci ritroviamo ad analizzare partite di Serie A o Champions league. Consiglierei a tutti di provare questa esperienza perché ti aiuta ad essere più sicuro, a non mollare alle prime cadute, ma diventare ancora più forte. Ti permette di fare allenamenti e andare a cena con arbitri di Serie A come Daniele Chiffi. Inoltre con la tessera da arbitro ti è permesso di accedere a tutti gli stadi di Serie A gratuitamente. È un’attività molto integrativa e molto interessante.
Valentino Todaro - 23 anni - Arbitra in Seconda Categoria
Mi sono iscritto al Corso perché mi piace l’idea di poter fare un'attività che possa allo stesso tempo richiedere diligenza, impegno e dedizione, e molta determinazione per puntare sempre più in alto per poter crescere. Quando ho iniziato non immaginavo potesse esserci un lavoro così importante di preparazione dietro, ma è molto emozionante e dà soddisfazioni. Da quando sono arbitro, però, ho più attenzione nel portare a termine un obiettivo, inoltre mi trovo bene con tutti i dirigenti e con il gruppo di arbitri con cui mi alleno. Consiglierei di fare l'Arbitro? Certamente, soprattutto per un fattore di responsabilizzazione, determinazione e crescita personale.
Ignis Kaja - 25 anni - Arbitra in Promozione
Mi sono iscritto al Corso su consiglio di un amico arbitro stanco del mondo del calcio. Inizialmente arbitrare è stato più difficile di quanto mi aspettassi, ma decisamente molto più emozionante. Difficile da spiegare se non lo si prova. Dopo poco però mi sono ritrovato sicuramente ad avere più fiducia in me stesso e nelle mie decisioni. Inoltre ho più facilità di approccio con altre persone. La nostra sezione è sempre molto presente e disponibile per tutte le categorie di arbitro che ultimamente si vuole distinguere nel mondo arbitrale veneto, e non solo, con proposte che guardano al futuro. Consiglierei a qualcuno di fare l'arbitro? Certamente. Come scritto sopra aiuta molto in ambito di confidenza e con impegno si può veramente arrivare in alto.
Pietro Marchetto - 20 anni - Arbitra in Seconda Categoria
Io ho scelto di iscrivermi al corso per vari motivi; dopo aver provato vari sport al chiuso come basket e nuoto, mi piaceva molto l'idea di provare uno sport all'aperto. Ho sempre pensato che le regole negli sport fossero importanti perciò ho trovato interessante studiare e cercare di applicare quelle del calcio. Fin da bambino non mi è mai piaciuto giocare a calcio però mi è sempre piaciuto molto guardare le partite e probabilmente da lì è cominciata la mia passione per questo sport. Rispetto alle mie aspettative arbitrare è stato più difficile di come mi ero immaginato perché se da una parte mi sentivo abbastanza preparato da un punto di vista teorico, dall'altra ho dovuto fare i conti con le forti emozioni che si provano durante una partita. Le mie difficoltà maggiori sono state nel gestire le contestazioni dei giocatori e degli allenatori. Spesso le proteste di giocatori e allenatori possono finire per influenzare le decisioni dell'arbitro e perciò bisogna impegnarsi molto perché ciò non accada. Da quando sono arbitro il mio senso di responsabilità è aumentato tantissimo. Allora viene spontaneo chiedersi che cosa significa per me tutto questo: e per me questo ""senso di responsabilità"" significa rispondere a se stessi e agli altri delle proprie azioni perché i miei pensieri, le mie emozioni e i miei atteggiamenti possono produrre determinati risultati. Sicuramente è cambiato il mio modo di dialogare con le persone perché nel mio caso vengo spesso definito una persona di poche parole. Con questa esperienza ho imparato "a dialogare" con gli altri, siano essi miei coetanei ma anche allenatori, o dirigenti sportivi. Per me l'ambiente in cui continuare a coltivare questa passione è molto importante ed è per questo che trovo sempre molto stimolante gli incontri tecnici che facciamo in sezione. Per prepararci anche dal punto di vista fisico il polo di allenamento è essenziale. Lì tutti insieme facciamo gruppo ma c'è anche una "sana" competizione nei test atletici che secondo me non guasta mai. Sicuramente consiglierei ad un mio coetaneo di provare questa esperienza per svariati motivi: se si ama il calcio è un modo per vivere le partite da "protagonisti", si pratica uno sport sano e all'aria aperta, è uno sport dove gli infortuni sono rari, il carattere e l'autostima e il senso di sicurezza in se stessi aumentano. Diventando arbitro di calcio hai diritto ad entrare gratis allo stadio, ad ogni partita che si arbitra si ha diritto ad un rimborso spese, il ruolo dell'arbitro è essenziale perché una partita di calcio "seria" non può iniziare senza di lui. Potrei paragonare il ruolo dell'arbitro a quello di un direttore d'orchestra; tutti i musicisti, per iniziare a suonare, guardano lui. Per l'arbitro è la stessa cosa solo che al posto della bacchetta ha il fischietto.
Christian Pitarresi - 20 anni - Arbitra negli Juniores
Sono stato convinto a far l'arbitro dall'arbitro nazionale Francesco Labombarda. Rispetto alle mie aspettative, iniziare è stato più emozionante, ma oggi vedo le cose in modo più ampio. Nel mondo arbitri respira un bell’ambiente e si può imparare molto dagli arbitri più esperti. Consiglierei a tutti di fare l'arbitro: i punti di forza sono quelli di avere più responsabilità e ti fa uscire fuori un carattere e una sicurezza che magari non si avevano prima.
Alessandro Pitarresi - 19 anni - Arbitra in Juniores
Mi sono iscritto al corso perché anche mio fratello faceva già l'arbitro. All'inizio è stato difficile arbitrare, soprattutto le prime partite. Oggi però mi sento più sicuro di me stesso, e ho imparato a relazionarmi con gli adulti. L'ambiente di allenamento è molto stimolante, invoglia a dare sempre il massimo. Consiglierei di farlo ma solo se si è veramente sicuri perché ci vuole molta serietà e non è solo un passatempo.
Questa attenzione verso l’educazione trova un altro elemento qualificante nel Protocollo che il MIUR, Ministero della Pubblica Istruzione, ha firmato da molti anni con l’AIA, per una completa sinergia tra mondo della Scuola e gli Arbitri di calcio.
GLI ARBITRI… MA CHI SONO?
L’Associazione Italiana Arbitri, infatti, non è una comune ASD come le tante che costellano il territorio, ma un’istituzione sportiva di tutt’altro profilo.
Siamo una componente all’interno della Federazione Italiana Giuoco Calcio, organizzata come associazione. Abbiamo 110 anni di storia e siamo sotto l’egida del CONI.
Chi entra in rapporto con l’AIA lo fa con un’entità sportiva di grande prestigio, inquadrata in un ambito istituzionale.
Hai capito bene e lo so che è difficile da credere. Il Corso per diventare Arbitri è assolutamente gratis e non devi spendere nulla.
Anzi, ogni gara arbitrata prevede un introito economico a titolo di rimborso spese pagato direttamente dalla FIGC.
Cosi ché il giovane arbitro ottiene i propri primi soldi che sono anch’essi elemento di responsabilizzazione.
La scelta su quale sport praticare è senza dubbio dei tuoi figli, ma tu sai che puoi giocare un ruolo importante nel guidarli nella decisione migliore.
L’assenso di un genitore è importante perché toglie ai ragazzi lo stress dell’eventuale conflitto in casa.
Per questo la scelta ottimale è quella di uno sport divertente per loro ma che rassicuri i genitori e che sia anche formativo ed educativo.
Il gruppo “squadra” degli Arbitri è un gruppo molto affiatato e pure molto inclusivo.
Ogni anno i nuovi ragazzi che diventano arbitri e si aggregano al gruppo vengono ben accolti. Per cui tutti i ragazzi e le ragazze che sono da poco con noi restano inizialmente stupiti soprattutto del bel clima che si vive nel gruppo.
Perché questo succede? Perché in realtà, oltre alla formazione continua che diamo come istruttori, anche tra i ragazzi si instaura una sorta di solidarietà tra colleghi.
I più esperti aiutano i nuovi a capire come arbitrare al meglio, come risolvere i problemi che sorgono in campo e come superare le difficoltà.
L’esperienza trasmessa dai colleghi rende il gruppo una famiglia
Siccome l’Arbitraggio è basato molto sull’esperienza, solitamente chi pratica l’arbitraggio già da qualche tempo è chiamato a trasmettere le proprie conoscenze ai nuovi.
Questo fa sì che il gruppo, seppur fatto di ragazzi di tutte le età e di tutti i generi, sia molto coeso.
I più giovani si allenano con i più esperti, assieme, con spirito di fratellanza e comunanza.
Questo aiuta i più piccoli a crescere più in fretta.
Non è come nel calcio che sono divisi per classi di età
Il Direttore di gara di 14 anni si allena con il Direttore di Gara che arbitra i campionati nazionali. O la serie A, proprio come quando è venuto l’Arbitro Internazionale Daniele Chiffi ad allenarsi con noi.
Come quando un gruppi di giovani ha incontrato il capo degli arbitri della Uefa Roberto Rosetti, o gli arbitri di serie A Camplone e Ghersini.
E questo facilita la crescita come hai potuto leggere nelle testimonianze dei ragazzi.
Nelle comuni squadre di calcio i ragazzi sono divisi per “classi di età” e ovviamente maschi e femmine sono separati.
Nell’arbitraggio i ragazzi stanno con i più grandi e da loro imparano.
E pure questo è un elemento non di poco conto, perché quante volte un ragazzo o una ragazza si trovano a disagio in un ambiente perché c’è un compagno che lo prende in giro o un gruppo che lo esclude.
Ecco, da noi questo non c’è perché l’arbitraggio, essendo impegnativo, impone che i ragazzi si aiutino. E questo cementifica l’amicizia. Tanto più che nascono amicizie anche fuori dal momento sportivo.
Ci sono due tipi di ragazzi ai giorni d’oggi: quelli che se ne stanno pigri sul divano con la testa dentro il telefono, che d’inverno hanno il cappuccio della felpa sempre sù, con le cuffie ficcate nelle orecchie per ascoltare quell’orrenda musica trap.
Oppure ci sono quelli che fanno uno sport per un periodo, dopo mollano, poi non lo frequentano, poi cambiano, poi vanno e non vanno finché poi si stancano finendo con il fare più nulla.
Ecco perché per i tuoi ragazzi dovresti scegliere una terza via, quella di uno sport appassionante, formativo, educativo, inclusivo e che dia modo loro di essere migliori anche fuori dal contesto sportivo.
Se sarai tu a consigliare ai tuoi figli di intraprendere questa avventura fantastica le loro probabilità di successo saranno maggiori.
Arbitrare non è semplice e nonostante tutta la formazione e l'aiuto che il gruppo può dare, mai nessuno sarà in grado di sostituire il sostegno della propria famiglia.
Ecco perché il tuo ruolo diventa fondamentale: nel seguire il tuo arbitro in casa, per sostenerlo, per esserci quando ne avrà bisogno.
Occhio a non farti protagonista di questa scelta!
Se tu non fai nulla e non prendi in mano la situazione la cosa più ovvia che possa succedere è che rimarrai da solo nell’educazione di tuo figlio o tua figlia.
Dare una disciplina fisica e mentale ai figli senza che sia spinta da una loro motivazione interna non avrai gli effetti desiderati.
Devono volerlo loro per un proprio obiettivo personale, come quello di fare carriera nell'arbitraggio, sognando di arrivare fino alla Serie A. O di crescere come persone per mettersi alla prova.
Se non fai nulla, e lasci che tutto sia lasciato al caso, alla fortuna, alla buona sorte, sarai sempre allarmato delle loro frequentazioni, delle loro abitudini ed amicizie. E magari dovrai intervenire quando sarà troppo tardi.
Quando sarai costretto a correggere e non quando puoi educare preventivamente.
EDUCAZIONE, RISPETTO, CONDIVISIONE, INCLUSIONE: NELLO SPORT SUCCEDE SOLO SE FAI L’ARBITRO
Ogni anno formiamo molti giovani attraverso i nostri Corsi Gratuiti ma i posti disponibili sono limitati.
Ecco perché è importante che tu ti muova ora, prima che altri prendano il posto di tuo figlio o tua figlia, lasciandola irrimediabilmente fuori dall’opportunità di diventare Arbitro.
E’ proprio l’opportunità di giocare in un ambiente ostile che crea all’arbitro quella scorza dura che lo metterà in condizioni di vantaggio rispetto agli altri nella vita di tutti i giorni.
La capacità di non farsi influenzare dagli altri nelle scelte.
LA NOSTRA OFFERTA E’ LIMITATA
Certo si, c’è anche l’anno prossimo, perché noi facciamo Corsi ogni anno, ma prima si inizia meglio è, perché se si vuole veramente arrivare in Serie A (e la cosa è fattibile con il giusto impegno) è necessario iniziare il prima possibile.
Perché per arrivare in Serie A è necessario scalare tutte le categorie del calcio.
Dal calcio giovanile a quello dilettante provinciale. Dalle tre categorie regionali, alla Serie D, passando poi per la Serie C, la Serie B ed infine la Serie A.
Non ci sono salti o scorciatoie. Ed i passaggi vanno fatti tutti perché servono per formare.
E’ un percorso lungo ma non impossibile, per cui il fattore tempo è importante.
Iniziare giovani ti dà molte possibilità in più che tu non vuoi negare ai tuoi figli.
COSA DEVI FARE?
Come ti abbiamo detto il Corso è gratis per cui non c’è nulla da pagare, caparre da versare, bonifici da fare.
Però devi prenotare il tuo posto alla PRESENTAZIONE DEL CORSO, che faremo a breve.
Compilando il modulo dati qui sotto sarai ricontattato da un nostro collaboratore a cui puoi fare tutte le domande che questa lettera non ha soddisfatto, o per approfondire qualche parte meno chiara.
Ricordati che possono partecipare al Corso Arbitri Gratuito sia i ragazzi che le ragazze con almeno 14 anni di età.
Ok allora non aspettare oltre, compila il modulo qui sotto e prenota il posto alla presentazione del corso.
FAI AI TUOI FIGLI IL REGALO PIU’ IMPORTANTE DELLA LORO VITA
Consiglia loro di praticare uno sport che ha solo grandi benefici:
Educa ai valori del rispetto e delle regole;
Allena il fisico e la salute;
Rinforza il carattere e l’autostima.
Non aspettare, compila ora per riservare il tuo posto alla presentazione e ricevere tutte le informazioni
P.S.: solo così potrai assicurare a tuo figlio o tua figlia l'opportunità di crescere grazie ad uno sport che forma fisico, testa, carattere e autorevolezza;
P.P.S.: non aspettare troppo, il fattore tempo è importante, perché prima si inizia e prima arriveranno benefici e successo;
P.P.P.S.: Se tuo figlio o tua figlia sono troppo timidi e pensi che non siano in grado di sostenere questa attività lascia che provino... ti stupiremo. Il cambiamento è assicurato al 100%